Il 9 e il 10 febbraio “La Casa degli Artisti” di Gallipoli sarà ancora una volta scenario di un grande evento: qui infatti farà la sua tappa finale il “Viaggio tra le Vie dell’Arte”, organizzato e promosso dalla Società Umanitaria Fondazione P.M. Sede di Roma, con la Responsabile Elena Cordaro, e dall’Associazione Akkuaria di Catania, con la Presidente Vera Ambra, nota artista ed editrice.
Si sottolineano inoltre il patrocinio del Comitato Provinciale di Catania dell’A.I.C.S. Settore Cultura e la collaborazione
dell’ Associazione 51 Pegasi, della Fondazione La città invisibile, del Dipartimento Affari Sociali del CAD Provinciale di Catania, di ZeroMoneta Records, del Comitato del Premio Le rosse pergamene, di Ethos 3000.
Avvenimento clou della manifestazione sarà l’inaugurazione della prima mostra “alienista” dell’artista Giorgio De Cesario, uno dei fondatori, insieme a Vera Ambra, del movimento artistico-culturale denominato “alienismo”.
In questi due giorni gli artisti Giorgio De Cesario e Vera Ambra incontreranno il pubblico per discutere ed illustrare sia i contenuti della mostra che i principi basilari del movimento, fondato ufficialmente a Roma lo scorso febbraio 2012.
Interverranno rappresentanti delle istituzioni locali e numerose personalità di spicco della cultura salentina. La mostra sarà inoltre aperta al pubblico anche nei giorni successivi sino al 28/02/2013 e si sposterà quindi in altre sedi del territorio regionale e nazionale secondo un calendario che sarà prossimamente reso noto.
DALL’ATTUALITA’ AL FANTASY: UN PROGETTO ALIENISTA.
La nuova collezione di tele dell’artista Giorgio De Cesario percorre un interessante itinerario tra i vari fatti di cronaca tanto pubblicizzati dai mass media in questi ultimi mesi.
Molti “disegnatori” del passato avevano illustrato con le loro immagini gli avvenimenti più eclatanti della loro contemporaneità, soprattutto in tempi della storia in cui la mancanza dei più elementari mezzi di comunicazione lasciavano ampio spazio alla creatività di questi “disegnatori”, molto spesso artisti anonimi o noti solo agli addetti ai lavori.
Come dimenticare, a questo proposito, i graffiti degli uomini primitivi, oppure le copertine illustrate della “Domenica del Corriere” in tempi più recenti?
Oggi computer, televisione, macchina fotografica, videocamera ecc. diffondono immagini ogni momento del giorno e della notte ed in ogni angolo del nostro villaggio globale, tanto che alcune di queste immagini diventano molto
spesso “icone” di un avvenimento.
Ed è proprio partendo da queste icone che Giorgio De Cesario ha iniziato il suo percorso. La novità consiste nella trasfigurazione di queste immagini-simbolo, non una semplice riproduzione grafico-pittorica ma una reinterpretazione di tutti i dettagli, una rielaborazione fantastica tramite colore ed effetti cromatici.
Ecco quindi spiegato il titolo di questa collezione: dall’attualità al fantasy. Il fantasy è un genere letterario che si è sviluppato a partire dalla seconda metà del XIX secolo e i suoi elementi dominanti sono il mito, il soprannaturale, l’immaginazione, l’allegoria, la metafora, il simbolo e il surreale.
In questo filone rientrano quelle storie di letteratura fantastica dove viene a mancare qualunque spiegazione scientifica del misterioso e del sorprendente.
Dalla letteratura il fantasy si è presto esteso ai mass media, soprattutto al cinema, alla televisione, ai fumetti e, in particolare, ai videogiochi.
E’ quindi dalla simbiosi e dalla osmosi di questi due mondi, la realtà dell’attuale e l’irrealtà del fantastico, che nascono le nuove opere di Giorgio De Cesario.
Non mancano, comunque, tutti gli elementi che da sempre hanno caratterizzato la sua produzione: la sua tecnica inconfondibile dei volti in argilla in rilievo sulla tela, orecchini veri sui lobi dei personaggi femminili, intrecci di colori fortemente vivaci sia nello sfondo che nella rappresentazione dei dettagli.
Il tutto attira ancora una volta lo sguardo di chi osserva, trasportandolo sì in un mondo fantastico, ma, nello stesso tempo, portandolo a riflettere su quello che è il mondo di oggi: uno scenario drammatico dove disagio mentale, superstizione, superficialità e ignoranza provocano tragedie inenarrabili.
L’artista, uno dei fondatori dell’ “alienismo”, nuovo movimento artistico-culturale presentato a Roma nel febbraio 2012, intende quindi riallacciarsi ai principi di tale movimento, offrendo ai suoi estimatori una nuova lettura della realtà contemporanea: superare la drammaticità del contingente per ritrovare speranza e ottimismo, suggerire nuovi spazi alla fantasia per ridare respiro alla creatività, proporre al mondo nuovi colori per vivacizzare le varie tonalità di grigio della
vita quotidiana.
Maria Cristina Maritati
L’editrice e artista Vera Ambra commenta la mostra in occasione dell’inaugurazione:
Voltare pagina per ricominciare è il titolo dell’installazione approntata in occasione della prima mostra
alienista “Dall’attualità al fantasy” organizzata dal maestro Giorgio De Cesario, uno tra i fondatori e
firmatari del Manifesto “Alienismo”. Il movimento artistico e di pensiero, nato dall’esigenza di rappresentare
l’Arte partendo dalla manifestazione dell’Idea e dalla sua interpretazione, con lo scopo di riportare il
pensiero creativo all’interno di forme adeguate a esprimere la complessa spiritualità contemporanea,
sperimentando nuovi equilibri fra contenuti e forme nella sintesi che si produce fra la natura spiritualizzata
e lo spirito materializzato.
Dunque un movimento che vuol controbattere e contrastare con i mezzi possibili l’attuale condizione
della nostra società contemporanea, oggi sommersa in una delle più totali e aberranti forme di alienazione.
“Alienismo”, nel suo verbo “alienare”, vuole in pratica evidenziare il modo in cui l’uomo si è estraniato
a se stesso e il modo in cui ha preso le distanze dalla realtà, divenendo egli stesso “alienato” e “alienante”
per sé e per gli altri.
Il termine Alienismo porta con sé una provocazione e una denuncia contro ogni forma di alienazione che
in maniera sempre più dilagante ottunde le menti e schiavizza l’uomo.
L’Arte è il primo gradino per l’autocoscienza dello Spirito, in quanto esso, solo nell’arte può vivere
nell’immediatezza e nell’intuitività della sua fusione con e nella natura.
Il pensiero creativo di questa installazione sicuramente dà corpo e pensiero all’opera scultorea
“La sposa lasciata”, con il quale l’artista ha inteso legare con una sorta di fil rouge la nuova
produzione artistica di Giorgio De Cesario.
L’Alienismo intende portare nuovi equilibri vitali all’interno della società contemporanea dal momento
che essa, con il suo stile di vita, commette costantemente espropri di coscienza sino a decretarne la morte.
L’idea creativa dell’intera mostra punta principalmente a mettere in discussione il ruolo della donna,
oggi spogliato definitivamente della veste di “Nume tutelare della casa”.
Il perno dell’evento è dunque la famiglia dei giorni nostri. La famiglia magari intesa come espressione
naturale della nostra attuale modernità ma, in entrambi i casi, il peso maggiore dell’una e dell’altra
cade soprattutto sulle spalle delle donne, costrette in tutti i casi non solo a fare i conti con i
numeri di quella quotidianità che oggi a malapena ci permette a stento di resta a galla nel mare
dell’invivibilità, ma che da un certo tempo a questa parte è costretta a fare i conti con la violenza
domestica e non e spesso con il femminicidio, oggi nuova piaga sociale.
Sono molte le opere con cui De Cesario affronta questi temi, tra l’altro propinate a dosi massicce
dai mass-media a tutte le ore del giorno.
L’istallazione che concentra l’attenzione sulla scultura “La sposa lasciata”, apre il percorso della
mostra e ad ogni opera l’artista ci pone davanti a moniti che lascia aperti spunti di discussione e
di riflessione ma forse è bene che le risposte ognuno di noi le trovi nel proprio cuore, qui possiamo
solamente limitarci a raccogliere il grido dell’artista che con pochi elementi catalizza l’attenzione
sul gravoso problema della perdita delle persone amate.
Voltare pagina per ricominciare fa da cornice ala scultura di Giorgio De Cesario, che con tutto il suo
carico di colori preziosi, nonostante il peso morale del tema con cui è stata battezzata (La sposa lasciata),
in ogni caso lascia spazio alla speranza e alla rinascita, due temi che ben si accordano alla campagna di
educazione sentimentale, da breve intrapresa dal Movimento “Alienismo”.
La sposa lasciata la troviamo al centro dello spazio espositivo e sovrasta la sacralità di un altare
(dove un giorno ha pronunciato il suo sì) innalzato a poche decine di centimetri da terra. Poco più avanti,
alcuni gradini in discesa la separano da tutto ciò che si sta lasciando alle spalle: l’abito bianco del
matrimonio e con esso i ricordi di una vita trascorsa con l’uomo che adesso – al suo fianco – non c’è più.
La donna artisticamente è rappresenta in un perfetto bilico tra il passato (certo) e il presente (incerto).
Il passato è rappresentato dalle pagine che hanno raccolto e raccontato le sue storie, il presente è
solamente una scia di oggettini rossi che possono simboleggiare le lacrime versate o la sofferenza con cui
sta elaborando il doloroso percorso che dovrà affrontare da sola. Ma potrebbe rappresentare anche la speranza
di un nuovo camminato segnato da petali di rose rosse.
Molto probabilmente la scia di rosso che in qualche modo lega il presente-futuro con il passato rappresenta
l’elaborazione del lutto della separazione e per quanto si possa far finta di ignorarlo o di rifuggirlo,
accettare il ‘dolore’ e dargli ascolto è l’unico modo per superarlo.
Tutto sommato è una sposa che dietro di sé lascia sequele di pensieri, belli e brutti, a ricordo di
un matrimonio fallito alle spalle: il passato è certo ma il futuro è solamente un fiume che non dà più acqua.
Difatti, a far da greto al passato c’è l’abito da sposa, l’abito che la donna un giorno ha indossato
per recarsi sull’altare e pronunciare il suo sì, mentre adesso è pieno di vicissitudini che oramai
non pesano nulla ma che forse al momento sono banali lenimenti per cicatrizzare la ferita profonda
che incombe sul presente.
Con questa installazione il pensiero dell’artista denunzia la crisi del matrimonio, della famiglia
e l’aumento di separazioni e divorzi, quindi rispecchia e sottolinea l’attuale “assenza” e la mancanza
di “certezza” che incombe sulla testa di chi “lascia” o di chi “è lasciato”. Certo è che da entrambe
le parti si sperimenta ogni sorta di amarezza e disperazione per la separazione dalla persona
che per un certo periodo della vita è stata compagna o compagno di viaggio.
In fin dei conti Giorgio De Cesario ha messo in pratica il principio del Manifesto dell’Alienismo,
compiendo, con le sue tele, il primo passo di quel percorso di risanamento estetico da cui prende
vita una riuscita azione di rinascita.